martedì 7 dicembre 2010

Sulla riunione di Modena

Lo scorso sabato 4 dicembre la Società di Storia del Diritto ha eletto il suo Consiglio Direttivo. Come sapete, sono risultati eletti 5 colleghi con un numero di voti che oscilla fra 65 e 71, mentre il collega Mario Montorzi, che è risultato escluso, ha raggiunto 43 voti. La votazione è stata in parte influenzata dalla decisione, rapidamente assunta, di ammettere nella Società e quindi al voto anche dottorandi, dottori di ricerca e assegnisti. Di questa decisione si potrebbe discutere la regolarità formale e l’opportunità sostanziale, ma non riteniamo che sia producente porre in questo momento questioni di procedure.

Il problema che intendiamo sottoporre all’attenzione di tutti è infatti sostanziale. E’ un problema di rappresentanza di tutti i membri della Società nel suo consiglio direttivo. Al momento attuale, infatti, 43 storici del diritto medievale e moderno, tutti in servizio o già in servizio nei ruoli dei docenti delle Università italiane, non sono rappresentati negli organi della loro società. Una maggioranza costituita da circa 85 votanti (tra i quali figurano un numero significativo di dottorandi, dottori e assegnisti) ha completamente privato di rappresentanza un terzo dei votanti.

Questo fatto è dovuto a due ragioni.

La prima è che il sistema di elezione, che prevede l’indicazione di ben quattro nomi sulla scheda, permette ad una maggioranza anche non ampia di escludere completamente i candidati votati da una minoranza. Una maggioranza che organizzi i propri voti per non disperderli può imporre l’intero consiglio anche ove si trovi in rapporto di 5/4 nei confronti di una minoranza che, pur costituendo quasi la metà dei votanti, non sarebbe in grado di eleggere neanche un proprio rappresentante.

La seconda ragione, che è purtroppo più grave della prima, è che abbiamo assistito ad una votazione organizzata dettagliatamente per azionare il meccanismo di esclusione consentito dalla regola elettorale, allo scopo di escludere il candidato che una quota consistente di colleghi aveva indicato: alla fine, dietro la graduatoria formale dei colleghi votati si è sentito anche il sapore di un voto “contro” un candidato e non solo “per” uno o più candidati. Si tratta di un atto che consideriamo grave, perché tende coscientemente a dividere in due la Società, e di conseguenza a compromettere la stessa ragion d’essere dell’associazione che dovrebbe riunire in un solo organismo tutti i cultori delle nostre materie.

Riteniamo che la politica prescelta da chi ha perseguito questo esito sia un errore. La Storia del Diritto Medievale e Moderno non ha bisogno di divisioni, e tanto meno di emarginazioni: al contrario, deve aprire un confronto leale e aperto in cui tutti abbiano voce e importanza.

Per questi motivi, chiediamo che il primo punto all’ordine del giorno del nuovo consiglio sia la riforma del sistema elettorale della nostra Società. Nella attuale situazione, infatti, l’indicazione di quattro preferenze sulla scheda non ha senso. Per evitare i meccanismi perversi che si sono descritti, e per impedire le manovre che purtroppo in questo caso si sono realizzate, è necessario assegnare a ciascun votante una sola preferenza, perché i cinque eletti rappresentino gli orientamenti reali dell’elettorato.

Ci rivolgiamo al Consiglio Direttivo che – nonostante l’incongruenza del sistema elettorale vigente – ha il dovere di rappresentare l’intero corpo della Società, perché accolga questa istanza, dimostrando sensibilità nei confronti di un numero molto consistente di colleghi ordinari, associati e ricercatori. Colleghi che, come i firmatari di questa lettera, ritengono che un segnale di apertura da parte del Consiglio sia condizione essenziale della propria partecipazione alla attività della Società e al dibattito interno alla disciplina in questo delicato momento di cambiamento.

Italo Birocchi, Emanuele Conte, Andrea Errera, Luca Loschiavo, Giovanni Minnucci, Beatrice Pasciuta, Diego Quaglioni


2 commenti:

  1. Inauguriamo il Blog, allora!
    direi che la risposta di Mario (da Siena) mi pare assai 'divertente'!
    ma il dibattito è piuttosto limitato: dove sono i settanta? hanno solo votato e poi sono svaniti?

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  2. Grazie, Bea! Scusate se alcuni di Voi avranno già avuto queste poche righe di risposta alla lettera (mi si consentirà: un po' frettolosa) di Ugo Petronio...
    Caro Ugo,
    mi spiace molto di non aver fatto la relazione che avresti fatto tu!
    Mille anni e tanti problemi: le vie erano infinite e ho voluto spigolare qualche questione a mio avviso da approfondire, senza negare l'importanza di dati già acquisiti; viva la libertà, la tolleranza e il pluralismo!
    Era la mia prima relazione alla Società: ora sono anche sicuro che sarà l'ultima dopo la tua bocciatura.
    Sono dovuto correre ad Ascoli a un convegno (programmato prima di quello della Società) sull'amicizia: e mi rendo conto di aver fatto proprio bene!
    Cordialmente come sempre
    Mario
    Aggiungo sul merito della questione generale che la richiesta di Italo e Altri di cui sopra mi sembra molto ragionevole; le iscrizioni all'ultimo momento sono peculiarità dei partiti politici (dicono, perché non ne ho esperienza che per un 10 mesi, mi pare); il Consiglio sia saggio come mi sembra esser stato il pacato messaggio di Antonio Padoa Schioppa, che ha molto opportunamente riportato anche dati a me ignoti circa le origini della Società: se non facciamo chiarezza almeno su questi dati di fatto come si fa ad andare avanti? Tra storici poi...
    Al di là della questione oggi pregiudiziale, direi che il Consiglio debba subito pensare a proseguire nella 'modernizzazione'. Ottimo il sito, che userei anche per caricare le recensioni (aperte a commenti), ma va anche pensato il 'call for papers' per ogni nuovo incontro convegnistico.
    Bea, è più facile che i 70 parlino in quell'occasione?

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